Biografia
Se un artista si può definire professionista dal momento in cui vende la sua prima opera, Rogolino lo è dal 1967, quando vende i suoi primi due quadri ad olio all’età di 14 anni. Ciò non avviene in una galleria d’arte, ma nella bottega del suo barbiere Enzo Sardella, appassionato di arte, situata in via Fabio Massimo 80/B a Roma. I quadri non erano neanche appesi, ma poggiati per terra sotto l’appendiabiti dove li aveva messi lo stesso artista per farsi tagliare i capelli. Un avvocato di passaggio, cliente della stessa Barberia, li comprò tutti e due per sessantamila lire, pari a circa ottocento euro odierni.
Il periodo della sua formazione è molto travagliato, perché i suoi sogni artistici vengono osteggiati duramente dalla sua famiglia d’origine, composta da statisti, magistrati e giornalisti di alto livello. Solo poco prima di morire, sua madre gli confessò: “quando ti portavo in braccio al Gianicolo, tu avevi delle crisi di pianto che si calmavano solo quando ti facevo toccare i busti di marmo degli eroi garibaldini”. La sua indole di scultore si era già manifestata. I giochi preferiti dell’infanzia: disegnare e modellare.
Dopo aver “scontato” due anni di liceo classico al Virgilio di via Giulia a Roma, si iscrive finalmente al Liceo artistico Donatello, istituto che pochi anni dopo lo vedrà insegnante.
Obiettivo raggiunto? Assolutamente no. Il patto per frequentare l’Artistico, era quello di laurearsi in Architettura e diventare il dott. Arch. Giuseppe Rogolino, cosa per lui di nessun interesse. Ma i patti sono patti ….
Siamo nel post ’68 a Valle Giulia già famosa per i movimenti studenteschi, la ribellione nei giovani era nell’aria. Il laureando Rogolino prima della tesi di laurea strappa il libretto degli esami, si riprende il suo diploma originale e si iscrive finalmente all’Accademia di belle arti. Anche se di fatto fu solo un puntiglio, perché intanto il Rogolino artista si era già fatto notare con tre mostre personali di successo a Roma, Formia e Verona.
Ma facciamo un passo indietro.
Negli anni ’70 lo scultore prende in affitto un magnifico studio in viale delle Milizie, distante cento metri da casa, un ex trattoria, all’altezza di via Ottaviano una zona centrale di Roma vicino San Pietro. Molto più comodo della cantina in cui sono nate le sue prime sculture. A questo punto si potrebbe pensare che la vita di Rogolino abbia preso la giusta piega; professore di modellato al Liceo Artistico, mostre e partecipazioni ad eventi artistici importanti, soddisfazioni economiche, che volere di più a 25 anni? Invece il destino apre uno scenario inaspettato e drammatico: “Il 10 ottobre 1978 Girolamo Tartaglione viene assassinato, con due colpi alla nuca, dalle Brigate Rosse mentre rientrava a casa dal Ministero. L’omicidio viene rivendicato con un volantino inviato al Corriere della Sera, sede romana.”
Quel giorno Giuse Rogolino, come tutti i giorni esce dallo studio per recarsi a pranzo a casa sua, ma nell’androne del civico 76 viene urtato da quella che successivamente scoprirà essere Adriana Faranda, una componente del nucleo brigatista che aveva freddato pochi attimi suo zio Girolamo. Lui stesso trovo il corpo colpito a morte, riverso sui primi tre gradini della seconda scala. Questo zio, amava molto l’arte del nipote e spesso ci scherzava su fino a fargli fare una richiesta surreale: “Un giorno, quando non ci sarò più, voglio che mi rappresenti in mezzobusto a cavallo”.
Questo fatto drammatico manda in crisi Rogolino, che lascia tutto, studio, lavoro e famiglia, per andare volontario in polizia. Fu assegnato alla Scuola Allievi di Peschiera del Garda in provincia di Verona. L’anno prima, nel 1977, passeggiava per Verona come un artista di successo per la sua mostra personale alla Galleria La Meridiana in via Oberdan, e l’anno dopo, nel 1978, camminava nello stesso luogo in divisa da poliziotto.
Esordio
Nel 1975 espone per la prima volta le sue sculture alla Galleria d’Arte il Babbuino di Roma con la presentazione dello scrittore e critico d’arte Ugo Moretti.
Nel 1976 vince il concorso indetto dallo Scià di Persia Reza Pahalevi, per un grande monumento di trenta metri dedicato a Ciro il Grande che doveva essere posto nell’omonima piazza dell’EUR. L’opera però fu bloccata in seguito alla Rivoluzione Khomeinista del 1978.
Alla fine degli anni ‘70, nelle cave di Marino, inizia la realizzazione di un monumento in pietra e bronzo “Contro ogni violenza”.
Fu un suo alunno, Bebo Moroni portavoce anche di altri ragazzi, a chiedergli aiuto per creare una scultura in ricordo del loro amico assassinato durante una manifestazione dell’epoca. L’opera, realizzata a titolo gratuito, viene eretta in piazza Walter Rossi a Roma il 30 settembre del 1980.
Nel 1979 Rogolino realizza due affreschi, nella Scuola di Polizia di Peschiera del Garda, ex Fortezza Asburgica. Nello stesso anno, a 26 anni, Rogolino viene inserito nella selezione del Dizionario degli Artisti Italiani del XX secolo – Giulio Bolaffi editore.
Nel 1980, dopo aver tolto la divisa da poliziotto, inizia il suo lavoro alla RAI Radiotelevisione Italiana, come grafico operatore animatore del Tg1. Nel frattempo prendeva forma la sua famiglia e le conseguenti naturali responsabilità.
Nel 1981, insieme a Giuseppe Biagi, Antonio Brancato, Tano Brancato, Michele Cossyro, Sergio Floriani, Rosario Genovese e Luca Patella, fonda la “Narciso Arte” dando vita alla corrente artistica della Narciso-arte/Riflessivi. La prima esposizione, nel 1982, si tenne presso l’Istituto Italo Latino Americano di Roma. Successivamente, ancora a Roma, alla galleria Arti Visive; all’ExpoArte di Bari; all’Art-Basel di Basilea; alla galleria Plusart di Mestre, nel 1983 alla galleria Pantha Arte di Como e alla Galleria Ezio Pagano di Bagheria.
Nel 1984 viene invitato alla Biennale di Venezia, ma pur essendo in catalogo si ritira per dissenso nei confronti del direttore Maurizio Calvesi.
Il 1986 è l’anno di una sua mostra personale di prestigio, “Bios Kronos Tanatos” allo Studio d’arte contemporanea Artivisive di Roma. Tra gli intervenuti Palma Bucarelli, museologa, critica d’arte e storica direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
Nel frattempo Rogolino si divide tra l’arte digitale, di cui è un esponente di rilievo e le arti visive “tradizionali”, che non ha mai abbandonato. In questo periodo, insieme ad altri creativi del settore, Mario Sasso, Mario Convertino, Corrado Senzasono, Davide Del Bufalo, Enrico Cocuccioni, Paul Dockerty e altri, fonda la V.E.A. Vieodesign European Association.
Nel 2003, presso lo studio d’arte Canova in via Canova a Roma, ha presentato un nuovo filone artistico chiamato: METAEICON, frammenti di fotogrammi d’inviati di guerra su pittosculture in ferro ossidato. Nello stesso anno ha realizzato l’opera “Il vento dello Spirito”, tabernacolo in bronzo per la chiesa Gesù Divin Salvatore in Roma.
Nel 2006, per la chiesa Mater Salvatoris sempre a Roma, ha realizzato il crocifisso dell’altare, le vetrate dell’abside e del portale d’ingresso, e l’altorilievo policromo in terracotta “Il Figlio e il padre”.
Nel 2009, per la sede generalizia delle suore Dorotee in Roma, ha modellato un crocifisso in bronzo posto nel giardino principale: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni».
Roma 2015 – Crea la grande vetrata policroma “Il Divin Maestro”, per la Cappella dell’Adorazione della chiesa San Giovanni B. de la Salle in Roma.
Hanno scritto di lui, tra gli altri, Ugo Moretti, Carmelo Strano, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Luigi Lambertini, Valerio Mariani, Giuseppe Bacci e Domenico Rea, scrittore e giornalista napoletano, vincitore del Premio Strega nel 1992.
In Rai dal 1980 al 2013
Nel 1979 inizia la sua collaborazione in Rai al Tg1, ideando la veste grafica di Tam Tam, curata da Nino Criscenti.
Nel 1993 firma la nuova sigla del Tg1 e il nuovo logo con i colori blu e giallo, ispirati dal linguaggio velico. Infatti, quando un’imbarcazione issa la bandiera gialla e blu, vuol dire: “vogliamo comunicare con voi”. Quale messaggio migliore per un telegiornale?
In seguito al successo del Tg1, nel 1995, è stato invitato ad Atene da Giorgio Leventogiannis, Chief editor di Mega Channel, che aveva notato il restyling del Tg1 via satellite, per ideare la nuova immagine delle news nazionali greche. In tempi record Rogolino progetta la nuova immagine coordinata del Canale greco e la rivoluzionaria scenografia in fibre ottiche.
Tra le sue videopere di maggior rilievo, le sigle di:
- TG1 SETTE (Vespa, Mentana, Sposini)
- Speciale Tg1
- Primissima
- Ping Pong
- Filo Diretto
- Tg Luna
- UNO7
- 90°Minuto
- TV7
- ItaliaSera
- Tg1 (1990/98)
- Primaditutto
- TgRagazzi (prima edizione)
nonchè diverse videoscenografie tra cui quelle degli “Speciali” per il viaggio di Giovanni Paolo II a Sarajevo, Madre Teresa di Calcutta, i funerali di Lady Diana e quella realizzata nello studio di Rai Corporation a New York per le Elezioni Presidenziali americane del 1992. Da segnalare l’ideazione del design del primo tavolo-scultura polifunzionale trasparente nelle news, ideato per il Tg1 durante la direzione di Demetrio Volcic, i cui disegni sono stati richiesti da molte emittenti europee. Sempre al Tg1 ha creato la prima linea grafica di Uno Mattina.
Ha fatto anche parte del gruppo di studio aziendale per il primo sito web della Rai.
Nel 1995, su invito del direttore Leventoiannis di MegaChannel, ha progettato la “nuova immagine” per le news nazionali greche, la ristrutturazione tecnologica e la nuova impaginazione editoriale delle News, portando il canale dal terzo al primo posto dei Network greci. Nello stesso anno, la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Roma lo ha invitato per alcune lezioni sulla televisione del futuro. Sempre in relazione alle iniziative dell’Università è stato invitato dall’Istituto Cervantes come relatore sul tema: “Routines produttive del videodesigner: le pratiche creative della grafica tv nei telegiornali, sigle e corti a tema”.
Nel 1999, il direttore Roberto Morrione, gli offre l’incarico di direttore artistico di Rainews24, per partecipare al primo e più complesso progetto multimediale deIla Rai Radiotelevisione Italiana, il nuovo Canale satellitare All-news Rai News 24. Per questo lavoro, il 7 Aprile del 2002, a Villa D’Este (Cernobbio, Como), ha ricevuto il 32° Premio Smau Industrial Design. Nello stesso anno, con la V.E.A. (Videodesigners European Association), ha partecipato ha diverse rassegne di videoarte tra cui: “Serata Calvino” all’Accademia di Francia a Roma, “Nuove Frontiere” al Palazzo delle Esposizioni e “Nuovi percorsi per nuovi flaneurs: lo zapping tra le televisioni locali a Roma” sempre al Palazzo delle Esposizioni Sala Rossellini.
Nel 2001 ha progettato l’interfaccia del primo canale satellitare bilingue (italiano /arabo) della Rai: Rai Med.
Sempre a RaiNews24, in collaborazione con Alcatel e Wind, ha sperimentato i nuovi sistemi di comunicazione mobile: GPRS e UMTS, presentati al pubblico in una grande manifestazione al Colosseo a Roma ed all’università di Firenze. Per tale evento ha curato l’immagine (grafica, scenografica ed editoriale).
Per la Co.Pe.A.M. (Conference of Mediterranean Audiovisual Operators), in collaborazione con France 3, Canal 5, Télévision Algérienne, 2M Casablanca ed altri paesi del mediterraneo, ha curato il primo progetto/immagine di “Terramed”, nuovo canale satellitare.
Fino al 2011 ha studiato e realizzato ben quattro restyling di RaiNews24, passando dal multiscreen allo schermo pieno.