“CONTRO OGNI VIOLENZA”

Monumento in memoria di Walter Rossi

 

Roma, Piazza Walter Rossi

Dopo un delicato intervento di ripristino e valorizzazione artistica, dovuto al danno subito nel marzo del 2021, il monumento è stato presentato al pubblico il 24 Aprile 2022.

L’intervento, curato dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è stato eseguito dallo scultore Giuseppe Rogolino, autore dell’opera, il quale nel rispetto delle caratteristiche formali del monumento, ha apportato alcune modifiche, già previste nell’idea originaria.

Il monumento fu collocato il 30 settembre 1980 nel giardino dell’allora piazza Igea, ora intitolata a Walter Rossi, nel terzo anniversario dell’assassinio del giovane studente, ucciso con un colpo di pistola mentre distribuiva volantini di denuncia dopo il ferimento avvenuto la sera precedente della giovane Elena Pacinelli.

L’opera, il cui nome è “Contro ogni violenza”, è ricavata da un unico blocco di peperino del volume di 5 m³, ha una forma ovoidale e al centro ha uno squarcio. Dalla superficie della pietra fuoriescono otto mani bronzee a grandezza naturale; secondo l’artista rappresenta la regressione dell’umanità verso una violenza primordiale. Le mani, aperte e tese, simboleggiano il bisogno di pace espresso dagli ideali giovanili che si contrappongono e lottano contro la violenza e la brutalità, raffigurate dalla testa di scimmia.

I lavori si sono resi necessari dopo che, nella notte tra il 27 e il 28 marzo 2021, una consistente porzione della scultura, a causa di un cedimento strutturale, si distaccò completamente e cadde sul prato e sul marciapiede.

Nel corso degli anni l’opera è stata più volte danneggiata, subendo a più riprese il furto degli elementi metallici, ogni volta reintegrati dalla Sovrintendenza Capitolina, che ha eseguito nel corso del tempo numerosi interventi di manutenzione al monumento, preso in carico da Roma Capitale nel 2004.” Roma – Cultura  Comune di Roma

Il messaggio scolpito …

Il messaggio scolpito nel monumento dedicato a Walter Rossi e a tutti i giovani di sempre, mira a far restare viva la passione per la giustizia sociale, la libertà di pensiero ed il rispetto per le diverse idee.

I materiali usati per l’opera, pietra e bronzo, sono il corpo del racconto scultoreo. La pietra grigia, ricavata da un blocco di sei metri cubi di peperino di Marino, è stata usata per rappresentare la violenza cieca, madre dall’arroganza. Invece, il bronzo dorato delle mani,  simboleggia il martirio dei giusti. Tra la pietra ed il bronzo sono evidenziati altri elementi naturali inclusi nel peperino, come sassi lanciati. Quei ciottoli, che in realtà sono imprigionati nella materia da migliaia di anni,  sembrano essere stati scagliati in quel momento, come ad evocare le armi universali dei deboli. Un gesto che avviene ovunque da sempre, dalla Palestina alla Cina, come reazione popolare agli abusi. E le crepe che segnano il meteorite, sono le cicatrici indelebili della nostra umanità.

La guerra tra Davide e Golia non è mai finita, perché Golia in realtà non è mai morto. Il volto scimmiesco al centro del meteorite é il nuovo Golia da battere. Le mani presenti in tutti i lati dell’opera, chiedono aiuto, reagiscono, oppure sono aperte in segno di pace. Esse rappresentano, nell’oro del bronzo, la parte viva dell’umanità.

I solchi ricavati nella pietra, sono stati pensati anche per raccoglere i segni del tempo, convogliando il verde dell’ossidazione naturale del bronzo e dar vita a dei segni che, come arterie portatrici di linfa rigeneratrice, danno una nuova vita alla pietra stessa.

Il meteorite in cui è espressa tutta l’opera, in sintesi racconta l’eterna battaglia tra il bene e il male, una battaglia che troppo spesso lascia sul campo giovani vittime, piccoli Davide che a dispetto della loro statura, riescono a contenere e fermare i tanti Golia presenti nel mondo.

Infine, il valore più commovente di questo monumento, sta nella spontaneità degli amici di Walter, che nel 1977 sono riusciti a raccogliere i soldi necessari ad acquistare la pietra e il bronzo che hanno reso possibile la realizzazione di tale opera. Un segno che insieme agli altri segni scritti, cantati o raccontati dei secoli, terranno sempre svegli gli animi dei giovani di ieri, di oggi e di domani. Quei giovani che non intendono svendere il proprio spirito al nulla.

Personalmente, ho solo messo a disposizione le mie mani da scultore e il mio cuore da insegnante, accogliendo nel lontano 1977, l’invito di un mio alunno Bebo Moroni e dei suoi amici, a realizzare il loro desiderio nella pietra per sempre: una scultura per ricordare il loro compagno Walter Rossi, ucciso a vent’anni, per mano di quella stessa violenza a cui si opponeva. Giuse Rogolino 

10 ottobre 1977 - Marino (RM)

Prime fasi di lavorazione del monumento, presso la cave di peperino di Marino (Bardelloni) .

Roma, Piazza Walter Rossi

Posizionamento originario del monumento nel settembre del 1980 in quello che allora si chiamava Largo Igea. (Foto concessa dall’Associazione Walter Rossi)